Soul States

Collection

Soul states - EN

The “Soul States” series explores that suspended moment when the body dissolves and the soul leaves an indelible imprint.
Here, the human figure is no longer flesh, but a constellation of letters, symbols, and material fragments: visual traces of an identity in transition.
Stripped of its physicality, the figure becomes memory, impalpable presence, semantic residue of lived experience.

Each portrait is an inner narrative, a passage between matter and spirit: typographic characters do not form phrases but evoke—like emotional particles—experiences, traumas, and memories.

The collection moves between presence and absence, tangible and invisible, and invites the viewer to reflect on what remains of us when the body retreats.

Technically, each piece begins with a photographic imprint—preserving a physical, almost archetypal presence—overlaid with material stratification of letters and symbols.
A layer of transparent varnish is applied to create a virtual skin that ideally separates the physical from the spiritual.
Ropes and other materials traverse or wrap the figure, becoming symbolic bonds—invisible links between body and consciousness, between past and present.

It is in this balance, between visible and spiritual, that the soul of the work is revealed:
a presence that becomes trace, memory, and inner vibration.

La serie Soul States esplora quel momento sospeso in cui il corpo si dissolve e l’anima lascia un’impronta indelebile. Qui la figura umana non è più carne, ma una costellazione di lettere, simboli e frammenti materici: tracce visive di un’identità in transizione. Spogliata della sua fisicità, la figura si trasforma in memoria, presenza impalpabile, residuo semantico del vissuto.

Ogni ritratto è una narrazione interiore, un passaggio tra materia e spirito: i caratteri tipografici non formano frasi, ma evocano — come particelle emotive — esperienze, traumi e ricordi. La collezione si muove tra presenza e assenza, tangibile e invisibile, e spinge lo spettatore a riflettere su ciò che rimane di noi quando il corpo si ritrae.

Tecnicamente, ogni opera nasce dalla fusione di un’impronta fotografica—che conserva la presenza fisica, quasi archetipica—e di una stratificazione materica di lettere e simboli. Uno strato di vernice trasparente viene applicato per creare una pelle virtuale che separa idealmente ciò che è fisico da ciò che è spirituale. Corde e altri elementi materici attraversano o avvolgono la figura, diventando vincoli simbolici, legami invisibili tra il corpo e la coscienza, tra il passato e il presente.

È in questo equilibrio, tra visibile e spirituale, che si disvela l’anima dell’opera: una presenza che si fa traccia, memoria e vibrazione interiore.

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